L’eroina perfetta: Jane Eyre

«Io devo badare a me stessa. Quanto più sono sola, quanto più priva di amici, quanto più indifesa, tanto più devo rispettarmi.»

Charlotte Brontë
Jane Eyre
Garzanti, 2018
Traduzione di Ugo Dettore

Pubblicato per la prima volta nel 1847 sotto lo pseudonimo maschile di Currer Bell, Jane Eyre è il romanzo più celebre di Charlotte Brontë che le valse, fin da subito, un enorme successo di pubblico e di critica. L’opera – ambientata nell’Inghilterra della regina Vittoria e influenzata in parte dalle vicende autobiografiche dell’autrice – ha per protagonista Jane Eyre, una giovane donna priva di avvenenza e di averi ma dotata di intelligenza e tenacia, forza e generosità, che dopo un’infanzia segnata da solitudine e privazioni trova la strada del riscatto nel suo lavoro di istitutrice. Prende impiego nella casa del ricco e nobile Edward Fairfax Rochester (una sorta di eroe byroniano): qui scopre anche l’amore, un sentimento che per trionfare dovrà confrontarsi con i fantasmi del passato e con la volontà di Jane di difendere innanzitutto la propria dignità.

È la stessa Jane Eyre a raccontare, in prima persona, la sua storia, rivolgendosi direttamente al lettore come a un amico a cui affidare le proprie confidenze. Il suo è un personaggio straordinario, un’ideale di donna che suscita ammirazione profonda: affronta con coraggio le prove che la vita le sottopone, insegue con umile determinazione la sua indipendenza e difende con fermezza la sua integrità, anche a costo di rinunciare all’uomo che ella ama con tutta se stessa. Jane non ha bisogno del “principe azzurro” per salvarsi: lei si salva da sola e, al contrario, si rivela a sua volta una figura salvifica per l’uomo amato. Ciò la rende decisamente rivoluzionaria per l’epoca in cui è comparsa – quella vittoriana – caratterizzata, fra le altre cose, da una marcata disparità di genere a discapito delle donne, relegate perlopiù al ruolo di “angelo del focolare”.

Romanzo di formazione, protofemminista e dalle sfumature gotiche, Jane Eyre è uno scrigno ricco di tematiche: c’è l’amore romantico e passionale, c’è il mistero e la suspense, c’è la vita con i suoi alti e bassi, c’è la critica a una società classista composta dalle più disparate personalità, c’è il riscatto sociale e l’emancipazione femminile, c’è la religione e la fede in un Dio misericordioso e giusto.

La prosa è cristallina, i personaggi e la loro psicologia sono dipinti alla perfezione, i dialoghi sono piacevoli e coinvolgenti, le descrizioni dei paesaggi toccano punte di lirismo; di tanto in tanto è possibile persino ravvisare tra le righe un sottile umorismo. Una storia senza tempo, scorrevole e appassionante, che strappa lacrime copiose e provoca numerosi batticuori.

Ottima quest’edizione Garzanti che si avvale della magistrale traduzione dall’inglese di Ugo Dettore e di un’interessante introduzione di Paolo Ruffilli.

Delle molteplici trasposizioni cinematografiche, due sono davvero valide (a mio gusto e parere): quella del 1996 realizzata da Franco Zeffirelli e quella del 2011 diretta da Cary Fukunaga. Entrambi i film risultano fedeli al testo e molto bene interpretati.

Se dovessi definire in tre parole questo grande classico della letteratura, direi: un gioiello, un capolavoro, un miracolo.

Valeria Auricchio

2 Risposte a “L’eroina perfetta: Jane Eyre”

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