La lettera di una sconosciuta firmata da Stefan Zweig

«A te, che non mi hai mai conosciuta»

Stefan Zweig
Lettera di una sconosciuta
Garzanti, 2014
Traduzione di Chicca Galli

Nel giorno del suo quarantunesimo compleanno, un famoso romanziere viennese riceve una lettera priva dell’indirizzo del mittente. A scrivergli è una giovane donna che non gli rivela il suo nome ma che gli confessa il suo amore. Nella lunga missiva, infatti, la sconosciuta dice di averlo amato segretamente fin da bambina con «devozione di schiava, di cane» e di aver vissuto la sua vita in relazione a questo sentimento non corrisposto. «Ieri il mio bambino è morto» ripete più volte la misteriosa donna e lo mette al corrente del fatto che quando leggerà quelle righe, anche lei sarà morta. Raccontandogli la propria storia, gli rammenta le rare e fugaci occasioni in cui si sono incontrati, durante le quali lei non gli ha svelato il suo nome né dichiarato i suoi sentimenti, covando dentro di sé un’unica speranza: che incontrandola, almeno una volta, lui la riconosca. Ma lui non l’ha mai riconosciuta.

Attraverso poco più di settanta pagine, Stefan Zweig ci consegna un racconto di struggente bellezza. Pubblicato nel 1922, questo libriccino racchiude un grido disperato: la prosa elegante, lineare e appassionata dell’autore austriaco dà voce a una donna che arde di un amore assoluto. Il destinatario della lettera è un uomo che gode di bellezza, successo, ricchezza; è un affascinante viveur che adora le donne ma che si guarda bene dall’instaurare legami con esse.

«[…] tu ami solo ciò che è leggero, piacevole, ciò che non ha peso, tu hai paura di legarti al destino di un’altra persona. Sperperare te stesso, è questo che vuoi, con tutti, con il mondo, e non vuoi sacrifici.»

Viene da chiedersi quanto sia sensato, da parte della donna, votare la propria esistenza a un uomo che non ricambia il suo amore, che neppure ricorda di averla conosciuta, dedito alla collezione di avventure erotiche e non incline alle relazioni stabili e durature… Ma non sempre alla ragione è dato intendere le ragioni del cuore, pertanto si resta ammutoliti e scossi di fronte all’ostinazione con cui la protagonista ama e all’impeto con cui racconta i suoi sentimenti, stupiti dal riserbo e dalla forza con cui ella affronta la propria ossessione.

Una lettura commovente e intensa; una penna che fa vibrare le corde dell’anima.

Valeria Auricchio

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